La prima considerazione da fare riguarda il progresso delle conoscenze delle erbe curative che l'uomo ha condotto per via sperimentale.
L'esperienza ha insegnato a riconoscere le erbe nocive da quelle innocue o curative.
Tutte le antiche civiltà, più o meno a distanza di tempo e con ritmi propri, pur non entrando in contatto diretto di trasmissione di conoscenze, di fatto sono approdate a risultati simili nella classificazione e nell'impiego delle erbe a scopo alimentare e curativo.
Ecco perché, come spiega bene Castleman, civiltà diverse, in diversi continenti, utilizzavano in maniera simile parecchie erbe; alcuni esempi riguardano: salice bianco come antidolorifico, uva ursina come diuretico, rovo e lampone per la dissenteria, menta e luppolo come rimedi stomachici, liquirizia ed angelica come rimedi per i problemi respiratori.
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